Donare gli ovuli sarà un gesto d’amore, ma non solo.

ovodonazione - 2° tappaL’idea di donare gli ovuli metteva radici da due anni, quando ha iniziato a riemergere con insistenza e a farsi sentire, necessaria e inderogabile.

Ho intrapreso questo percorso a gennaio. Superati i primi colloqui e accertato che il mio equilibrio psichico è nella media, la pedina col mio nome attende impaziente nella casella numero 2: passività. Impotente, aspetto che visite ed esami sanciscano la mia promozione a donatrice. Poi l’esplosione, la bomba: il ciclo stimolato e il pick up.

In Italia si conosce poco riguardo alla donazione di ovuli e seme. Donare alle coppie infertili i propri gameti è possibile dal 2014, quando una sentenza della Corte Costituzionale ha abolito il divieto di fecondazione eterologa. L’eterologa è un tipo di fecondazione artificiale in cui l’ovulo o il seme – o entrambi – non appartiene alla coppia, ma proviene da una donatrice o da un donatore. Ad essa ricorrono le coppie che non possono o non riescono ad avere un figlio con i propri gameti. Legittimare l’eterologa ha quindi aperto due nuove strade: donne e uomini sani sono potenziali donatori  e le coppie infertili sono potenziali riceventi.

Divenuta realtà, la possibilità di donare gli ovuli  mi si è presentata come lo strumento più forte per fare la mia parte e dare il mio contributo concreto. Fatto il primo passo e abrogato il divieto di eterologa, mi sono sentita chiamata in causa: la palla passava a me e a tutti i donatori potenziali. Avevo tra le mani il peso di una responsabilità che mi inchiodava a prendere posizione, a rifiutare l’indifferenza. Davanti a me una svolta epocale mi chiamava a firmare la presenza, ad alzare la mano, alzare la voce. Ero coinvolta in tutte le mie forme, come persona, come donna, come ostetrica. La Corte esprimeva principi morali che condividevo e avevo fatto miei in quegli stessi mesi; leggere la sentenza è stato come percepire finalmente un senso di giustizia, uno spiraglio di cambiamento, nella direzione in cui andavo io.

La mia scelta di donare è nata come come gesto altruista, come dichiarazione d’amore che lascia il suo segno indelebile, irreversibile e potente nella vita che regala. Donare gli ovuli, oggi, mi rappresenta sul piano morale e professionale; significa esserci, prendere posizione.

Esserci per far fronte alla richiesta di donatrici
Esserci per rendere effettivo un servizio ancora ostacolato dalla burocrazia e dall’assenza di campagne informative
Prendere posizione per sostenere la riproduzione assistita eterologa
Prendere posizione per dimostrare vicinanza alle coppie che affrontano questo percorso genitoriale.

Gli ovuli sono una risorsa di cui dispongo e che scelgo di condividere; la potenziale conseguenza, in termini di vita e libertà,  è impagabile.

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