L’emozione del portare

Pochi giorni fa ho scoperto una nuova emozione. Un’emozione fatta di calore-calore corporeo, quello unico che viene dal contatto con un altro corpo-corpicino, e  tenerezza materna.

E’ l’emozione del portare.

Portare un esserino piccolo, “piccolo e nuovo”,  che guarda il mondo abbracciato(a) da un tessuto che lega e crea un universo.

La prima sensazione è stata di libertà:

andare per le strade, attraverso le porte, su e giù dalle scale con la libertà e l’agilità delle gambe che camminano, non trovano ostacoli e portano nel mondo, me e lei.

Un senso effimero di onnipotenza, superpotenza, che fa sentire invincibile, indistruttibile. Immaginando il cammino della vita penso che sarei pronta ad affrontare tutto e tutti, accompagnarla, darle quel calore e quel senso di protezione che le permetterà di sperimentare, avventurarsi, crescere, sicura della presenza, della vicinanza.

Così bardate nel caldo di maggio, ci avviamo lungo marciapiedi dissestati e stretti, tra macchine accaldate che si fermano volentieri a lasciarci passare e ci guardano; sorridono.

Mani nelle mani scopriamo le altalene, le panchine, gli scorci sul fiume.

Incontriamo sguardi dubbiosi, confortanti, compiacenti, curiosi; li superiamo verso altre vie, altre piazze, sempre più in là.

Noi due, io e lei, io con lei.

Io con lei. Portare è stata un’esperienza potente per me che non sono madre. Si ripete quotidianamente creando una sintonia con un esserino che imparo a conoscere e ho voglia di proteggere, rassicurare e scaldare in un modo che tra gli adulti è dimenticato e che i piccoli ci insegnano a riscoprire. Portare in fascia, in marsupio, davanti, dietro, rivolti al mondo, rivolti a chi porta, in ogni caso portare.

Foto: babywearinginternational.org

2 thoughts on “L’emozione del portare

  1. come ben sai ho portato a lungo, forse più portato che allattato e in due gravidanze ho allattato 48 mesi in tutto… portare è un’emozione molto tenera… che aiuta molto l’instaurarsi di un sano attaccamento. e chi dice che si viziano i bambini parla senza alcuna cognizione di causa. in tutto quel portare e stare appiccicati, le separazioni a nido e asilo sono state molto serene. dicono, sia un buon indice.

    • Ricordo molto bene, la disinvoltura e la semplicità con cui portavi mi hanno colto di sorpresa ed entusiasmata, quando ancora conoscevo poco i benefici della fascia. Concordo con te, con bimbi così piccoli non si può parlare di vizio, ma di bisogno: contatto, sicurezza, comunicazione..ritrovare ciò che si (ri)conosce. Sei stata il mio esempio pratico a completamento di tanta teoria. Il distacco sereno deve lasciare un bel vissuto, a mamma e bimbi

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