PMA eterologa in Toscana. Viaggio a fotogrammi in una mente ostetrica disoccupata

airone

L’ostetrica sono io: Silvia 25 anni, toscana d’adozione. La mente è la mia: lucida e visionaria. La disoccupazione è il mio stimolo più grande dopo:

  • il mio entusiasmo infantile
  • il mio amore per aironi e piumati in genere 
  • i progetti ambiziosi in cui mi crogiolo con costanza e testardaggine.

Venerdì scorso ho partecipato ad un convegno in un lussuoso hotel di Viareggio, sullo stato della PMA in regione Toscana,. La hall dava sulla passeggiata lungo il mare, quel viale alberato dove d’estate spopolano giostre e bancarelle, e d’inverno sfilano i carri del Carnevale. Venivo da una settimana piovosa e fredda e anche il mio umore era spento, come se qualcuno mi avesse coperto gli occhi senza darmi le mani per slegarmi la benda. 

Buio

 

Come lo schermo nero che spezza l’ultima scena di un film e lascia l’amaro in bocca.

I convegni mi sono sempre piaciuti, sono come una gita scolastica: deviano dalla routine, ti sballottano nel mondo là fuori e tu ti senti grande tra grandi, ti vedi importante con il tuo tesserino attaccato al cuore. Firmo l’entrata, mi siedo e penso che finalmente ci sono. Eccola questa realtà toscana di PMA e fecondazione eterologa, di ricerca di donatrici, di anonimato, gratuità, nuovi LEA: sentiamo come si fa, sentiamo come vi siete mossi, cosa cercate, cosa pensate. Voi non mi conoscete ma io so chi siete, vi alternate a parlare e i vostri nomi qui davanti mi martellano il cervello.

Così sono loro…hanno un volto, una voce e parlano a me, i direttori delle cliniche che ho contattato senza risposta mesi fa, nei quali ho riposto tante aspettative, ai quali ho indirizzato parole grondanti entusiasmo, sogni, ideali, obiettivi…parole rimaste sospese nel limbo di un riscontro non dato.

Sono combattuta tra rancore e ammirazione.

Sette ore di attenzione massima e imperterrita, non uno sbadiglio, una distrazione; il mondo fuori sparisce. Pendo dalle loro labbra, parole e immagini mi costruiscono attorno una fortezza di piombo sempre più grande, sempre più piena, densa, dove anche io cresco, divento grande, un gigante, un dio! Mi disegnano addosso il futuro, eccomi!

E’ proprio questo che cerco! E’ proprio così che sogno di essere, di lavorare, di vivere! Allora è tutto qui! So benissimo dove voglio andare, ci sono già dentro! A qualcuno di questi nomi urlanti dai tesserini immacolati basta sapere che voglio fare della PMA la mia vita?

La mia scelta l’ho presa, ci ho pensato e ho deciso, come quando da bambini ci dicono che o prendiamo le figurine o prendiamo Topolino. Poi a testa alta decidi, fiera della tua scelta e forte della soddisfazione che è lì dietro l’angolo…Topolino! E quando ce l’hai tra le mani ti sembra che la vita potrebbe anche sparire, che sia tutto concentrato lì, che la terra esploderà, talmente forte è il senso di aver fatto la scelta giusta e di essere…piena.

Io la prendo, allora, la mia scelta, chi la ascolta? Non funziona così? Che ognuno confida all’omino dei mestieri cosa vuole fare nella vita, lui lo accompagna davanti alla porta giusta e gli dice bussa!..? Non funziona che allora tu bussi e qualcuno ti apre? Ti guarda, ti saluta, e chi ti apre ti chiede cosa vuoi..? E intanto ti dice di entrare, di accomodarti..non funziona così? Che tu lo fai..entri?

Circondata dalle porte giuste non so come aprirle, nella realtà più all’avanguardia non riesco a catturarla,  metterci una firma, portarmela via. Queste immagini animate danno colore e concretezza ai pensieri, ma incontrare quell’esserino piumato, là, lungo il fosso, immobile, sempre nello stesso punto, tutte le mattine, che ruba il sole e guarda dritto a testa alta, è forse la cosa più impagabile e che dipinge a toni caldi.

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